Il campione friulano ci ha svelato i segreti per conquistare la “Classica della Birra” olandese attraverso questa intervista:
Ciao Enrico, sappiamo che nonostante i numerosi infortuni che ti hanno colpito durante tutto l’arco della carriera, sei un corridore su cui poter fare affidamento nei periodi di forma. Dopo la tua straordinaria vittoria del 2012 hai fatto capire che sei uno dei protagonisti indiscussi delle Classiche delle Ardenne.
Il campione friulano ci ha svelato i segreti per conquistare la “Classica della Birra” olandese attraverso questa intervista:
Ciao Enrico, sappiamo che nonostante i numerosi infortuni che ti hanno colpito durante tutto l’arco della carriera, sei un corridore su cui poter fare affidamento nei periodi di forma. Dopo la tua straordinaria vittoria del 2012 hai fatto capire che sei uno dei protagonisti indiscussi delle Classiche delle Ardenne.
1- Innanzitutto, com’è la gamba in vista dell’Amstel di domenica prossima?
Sempre troppo gentile. Grazie. Beh, sento che sono pronto davvero. So di aver lavorato sodo e bene, di aver dato il massimo come tutti gli anni. Come ben sai, la mia età sta avanzando inesorabilmente (ride!) e ogni anno occorre fare qualche sacrificio in più per raggiungere il top della condizione. Quest’anno in particolare ho dato maggior importanza a fattori che prima prendevo più sottogamba, come ad esempio la regolarità dei massaggi, le continue visite dall’osteopata e un’attenzione maggiore all’alimentazione e all’integrazione.
2- Quanto è importante per te il periodo delle Classiche delle Ardenne?
Certamente è il periodo della stagione in cui riesco a dare il meglio di me, visto che sono un corridore completo e “da Classiche di un giorno”. Ormai conosco queste corse come le mie tasche, so quello che si prova e le sensazioni che riescono a darmi. La mia motivazione è sempre alle stelle!
3- Cosa si prova a correre in una terra in cui il ciclismo e davvero “di casa”?
Anche questo è una motivazione in più. Quando ci si presenta alle corse, la gente sa tutto di noi e ci carica come non mai. Oltretutto da due anni a questa parte corro per una squadra belga, la Wanty e non ti puoi immaginare il seguito che una squadra professional come questa detiene in Belgio ed Olanda. Riesce a darti un entusiasmo senza pari!
4- Come ci si prepara ad una corsa nervosa come può essere l’Amstel Gold Race?
In questi ultimi anni mi sono allenato più o meno alla stessa maniera. Faccio diversi periodi in altura, uno a cavallo tra febbraio e marzo, l’altro all’inizio del mese di aprile. In mezzo cerco sempre di metterci una corsa a tappe, come il Catalogna o i Paesi Baschi, per non perdere il ritmo-gara e rifinire i miei allenamenti. In più come ho detto prima, mi sono focalizzato con costanza su massaggi, osteopatia e cura dell’alimentazione per il recupero. Ultimo, ma non ultimo, rifinisco questo periodo di preparazione con tanto dietro-scooter a ridosso delle corse.
5- La consideri una corsa molto impegnativa?
Sicuramente lo è! Non immagini quanti a quanti allenamenti intensivi mi sono sottoposto quando ero in altura a Tenerife…arrivavo a 7 ore di bici. Il fondo è fondamentale in corse come queste. Occorre anche avere una certa esperienza per prepararla e affrontarla al meglio.
6- Chi pensi saranno gli avversari con cui ti contenderai la vittoria finale?
Credo che il favorito n. 1 sia l’australiano Michael Matthews, ha una forma eccezionale. Poi i soliti Boasson Hagen (che ho visto davvero bene alla Roubaix), Rodriguez e Kwiatkowski. L’unico rammarico è l’ipotetica presenza di Gilbert, dopo l’aggressione subìta da quegli ubriachi. Assurdo!
7- Dacci una piccola anticipazione su come tenterai di far tua questa Classica…
Come magari saprai, non sono un attaccane nato, per questo cercherò di risparmiare il più possibile ed evitare pericoli per i primi 120 km di corsa. Mi farò aiutare dai miei compagni in questo. Per quanto riguarda il finale, visto che non sono il favorito principale, analizzerò il comportamento dei miei avversari e agirò di conseguenza. Bisognerà non farsi sfuggire l’eventuale gruppetto di buoni corridori che può arrivare all’arrivo. Per il resto potrei anche cambiare la mia tattica all’ultimo per sorprendere tutti.
8- Quindi potremo aspettarci anche un tuo attacco sul Cauberg?
Può darsi! L’importante è che sia il momento giusto per attaccare!
9- Cosa consiglieresti agli amatori che affrontano l’Amstel Gold Race Tourversion?
Di prendersela con calma (ride!). Alcuni percorsi sono davvero lunghi, per questo sarà importante superare tutti gli strappi senza esagerare troppo ed alimentarsi con costanza. Infine…Godetevi lo spettacolo!
10- Qual è il ricordo più bello che ti porti dietro dalle ultime edizioni dell’Amstel?
La consapevolezza che qui ho scritto un pezzo importante della mia storia ciclistica. Dopo la vittoria al Campionato Italiano del 2005, che mi ha cambiato la carriera, e la maglia rosa al Giro d’Italia del 2007 che mi ha dato notorietà, la vittoria dell’Amstel 2012 è il ricordo più bello che ho. È stata la tappa della mia carriera che mi ha consacrato come corridore da Classiche. Mi ci voleva proprio! E continuerò provarci fino alla fine…