Il nostro focus è sempre stato farvi vivere esperienze uniche, viaggi indimenticabili, gare fantastiche in giro per il Mondo. Non abbiamo però mai tralasciato di approfondire argomenti importanti, dalla preparazione atletica alla biomeccanica, dalla conoscenza dei materiali e accessori alla sicurezza stradale o come in questo caso in cui andiamo a parlare di nutrizione, con il nostro amico e professionista Iader Fabbri.
Chi è Iader Fabbri?
Da sempre nel mondo dello sport, vero filo conduttore della mia vita (un passato da ex ciclista), coniugando lavoro e studio mi sono diplomato Dietista, laureato in Scienze del Farmaco, specializzato in Scienze della Nutrizione Umana, aggiornando costantemente le mie conoscenze con numerosi Master Internazionali.
Sono stato nutrizionista di tutte le Nazionali italiane di ciclismo e commentatore tecnico, in ambito nutrizionale, per la testata giornalistica Rai Sport, per la quale – in diverse edizioni del Giro d’Italia – ho curato e condotto una striscia quotidiana.
Tra i miei clienti annovero sportivi di fama mondiale e diversi atleti olimpici, ma anche tante persone “comuni” – ma a loro modo uniche e speciali – alla ricerca della massima performance psico-fisica e dunque del loro personale “indice di equilibrio”.
Tipi di carboidrati e differenze
Quando si parla di carboidrati, tutti pensano sempre al pane, alla pasta, alle patate e alla pizza ma, in realtà, fanno parte della grande famiglia dei carboidrati tutti quei prodotti alimentari che provengono dalla terra, quindi certamente i cereali ed i loro derivati, ma anche frutta e verdura.
In chimica esistono le definizioni di "carboidrati semplici" come la frutta e la verdura (così indicati perché contengono la molecola finale che il nostro organismo digerirà: glucosio, fruttosio e galattosio) e "carboidrati complessi" come pane, pasta, patate ed altri che hanno molecole molto più "lunghe" e che quindi devono essere necessariamente sminuzzate e scisse in molecole singole per essere digerite. Questa divisione è corretta in ambito chimico, ma è stata associata alla nutrizione in maniera errata. Infatti molti pensano che i carboidrati complessi, che obbligano il nostro organismo ad un "lavoro" più lungo e laborioso, aumentino più lentamente la glicemia rispetto ai carboidrati semplici (come frutta e verdura) che contengono già la molecola finale pronta per essere digerita.
In realtà, nel 1981, il Dottor Jenkins ha creato una scala graduata molto pratica ed efficace, chiamata Indice Glicemico, che dimostrava come nella realtà accadesse esattamente il contrario, ovvero che i carboidrati semplici (come la frutta) aumentavano poco la glicemia, mentre i complessi (come i cereali) alzavano repentinamente la glicemia e quindi lo zucchero nel sangue. Nonostante queste evidenze scientifiche, ancora oggi - applicando regole obsolete - si tende a sconsigliare la frutta ai diabetici, obbligandoli a mangiare pane o pasta o patate in concomitanza coi pasti principali. Il tutto in regimi ipocalorici basati, purtroppo, su numeri e non su risposte ormonali.
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